“Un reportage sul mondo penitenziario”. E’ così che recita il sottotitolo de ‘L’altra possibilità’, la mostra fotografica che sarà inaugurata giovedì 14 aprile, alle ore 10.30 nella galleria della Fondazione Banca del Monte di Foggia (Via Arpi 152). L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia e dal CSV (Centro Servizi per il Volontariato) di Foggia, in collaborazione con la Casa Circondariale di Foggia, l’U.E.P.E (Ufficio per l’esecuzione penale esterna) di Foggia. Si tratta dell’esposizione dedicata alle foto di Giovanni Rinaldi e al racconto della giornalista Annalisa Graziano: immagini e testi raccolti in parallelo, con le interviste realizzate ai protagonisti ritratti nelle foto, che documentano la vita nella casa circondariale di Foggia, soprattutto in relazione alle attività di rieducazione e reinserimento sociale attuate, sia all’interno che all’esterno dei luoghi di detenzione, dall’Amministrazione penitenziaria in collaborazione con istituzioni statali, enti culturali e associazioni di volontariato e del Terzo Settore. Sono attività che coinvolgono sia i detenuti che quelli che usufruiscono di pene alternative al carcere.
All’inaugurazione è previsto l’intervento delle autorità e dei rappresentanti istituzionali degli enti partecipanti all’iniziativa, fra cui ESCOOP – European Social Cooperative – ed InnovA– Innovazione sociale per l’inclusione Attiva – Società Consortile Impresa Sociale, l’impresa sociale costituita nell’ambito del progetto ‘Atelier dell’Ausilio’ sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD attraverso l’Iniziativa Carceri 2013 e promosso da un nutrito partenariato. Ad InnovA è affidato il compito di gestire una struttura produttiva nel settore dei servizi di ritiro, riparazione, manutenzione e sanificazione degli Ausili protesici per persone non autosufficienti. di cui agli elenchi 1 – 2 e 3 del D.M. 332/99 e s.m.i nella ASL Foggia. Il progetto ‘Atelier dell’Ausilio’ è entrato nel vivo delle sue attività e fino ad oggi sono stati messi in lavorazione oltre 900 ausili sperimentando con successo un modello di inclusione socio-lavorativa di persone in esecuzione penale negli Ambiti territoriali di Cerignola e dell’Appennino Dauno Settentrionale.